Vi è mai capitato di sentire le parole “Brand Activism”? Non tutti conoscono il Brand Activism, una pratica molto comune, ma di cui si parla davvero poco.
Ecco quindi che, da bravi curiosi, ci siamo fatti qualche domanda e ci siamo informati un po’ su questa pratica.
Cos’è il Brand Activism?
Secondo Philip Kotler e Christian Sarkar (due grandi menti del marketing), il Brand Activism è “la volontà chiaramente esplicitata di partecipare a cause di ambito sociale, olter che di assumersi precise responsabilità in merito al raggiungimento di quello che viene considerato bene comune”.
È la ricerca di uno scopo, di un impatto positivo sugli altri e sull’ambiente, ed è una pratica che va al di là delle logiche di guadagno.
Chiaramente, ogni brand deve scegliere una causa sociale verso cui rivolgersi che sia in linea con i propri ideali e la propria mission. Un’azienda che produca energia sostenibile, potrà chiaramente investire nell’ecologia. Al contrario, un’azienda che produce armi non sposerà cause umanitarie e pacifiste perché ciò andrebbe contro alle sue logiche.
Ma non si tratta solo di sposare una causa
Attuare una strategia di Brand Activism non significa solo sposare una causa ed investire in essa: ora l’azienda non è più un sistema chiuso.
Infatti, tramite il Brand Activism entra in contatto con una serie di soggetti diversi, come istituzioni, politici, altre aziende, associazioni e crea una rete di relazioni che vanno coltivate nel miglior modo possibile.
Si passa da una prospettiva marketing-driven, ad una society-driven.

Ecco una frase ad effetto, che però è veramente importante tenere a mente: le aziende non possono più permettersi di non schierarsi.
I brand, specialmente quelli più famosi, si devono esporre socialmente, devono mostrare “da che parte stanno” e devono farlo bene.
Ecco perché si deve tenere conto della brand identity, della storia e dei valori dell’azienda stessa: la coerenza è importante.
Che vantaggi apporta?
Questa pratica funziona? Sì, specialmente se ci soffermiamo a pensare all’era in cui viviamo.
Oggi, un prodotto o un servizio viene proposto da moltissime aziende e ora che abbiamo l’imbarazzo della scelta, cosa ci guida verso la scelta di un brand? Il costo, la qualità e quel che pensiamo dell’azienda che ci vende ciò che desideriamo.
Può sembrare strano, ma nel processo decisionale che porta all’acquisto del prodotto (specialmente se i clienti sono i millennials), l’affinità con i valori del brand è fondamentale, questo perché oggi i consumi non sono più funzionali, ma identitari.