#coronavirus #iorestoacasa #celafaremo
Tre hashtag, tra i più utilizzati in questo momento su Instagram.
Tre hashtag che fino ad un mese fa nessuno di noi si sarebbe neanche sognato di utilizzare.
La situazione è surreale, non abbiamo gli elementi per capirla nel suo complesso, questa che stiamo vivendo è una condizione che nessuno di noi (e non parlo come italiani, ma come cittadini del mondo) ha mai attraversato.
Siamo fermi in un limbo in cui sì, è vero, ci viene chiesto di continuare a lavorare, ma stando fermi, senza uscire, senza incontrare amici, conoscenti e colleghi.
Oggi sul Piano Editoriale del blog di Piano Social doveva uscire un’intervista ad uno dei nostri Social Media Manager su “Com’è la vita in ufficio” oppure “I 10 trucchi per diventare un SMM* di successo”, ma data la situazione ho deciso che mi intervisto da sola – del resto, sono la Project Manager, posso permettermi questi colpi di testa.
A cosa stiamo assistendo, senza muoverci di casa?
Come Social Media Manager sono portata a fare delle riflessioni su come quotidiani, ospedali, aziende e utenti stiano comunicando sui Social Network in questi giorni.
Vedo la foto di un’infermiera stremata che dorme con la testa appoggiata sul tavolo di chissà quale saletta dell’Ospedale di Cremona.
Vedo i post delle aziende che annunciano con una grafica con il colore identificativo del brand la loro volontà di continuare a lavorare da casa.
Vedo i post dei ristoranti e dei locali che decidono di chiudere fino a data da destinarsi.
Vedo i post di ristoranti e locali che ci rassicurano che hanno preso tutte le misure precauzionali, che verrà rispettata la distanza di un metro tra le persone e che li troverete aperti nelle ore concesse da decreto.
Anche noi di Piano Social abbiamo dato le stesse indicazioni, sia per la nostra azienda, che per i nostri clienti. Noi restiamo a casa.

I Social Network ai tempi del Coronavirus
La situazione generale la conosciamo tutti, e tutti ci affacciamo ogni giorno dalle nostre finestre preferite per capire cosa stia accadendo.
Ci scapperà una risata con l’ultimo meme sul Coronavirus che manderemo subito a un gruppo WhatsApp, ci sentiremo impauriti leggendo le ultime notizie sui reparti di rianimazione già pieni. Ci incazzeremo, scoprendo che è stata diffusa la bozza di un decreto prima della sua comunicazione ufficiale.

I Social Network sono il mio lavoro, fanno parte del mondo in cui viviamo, sono in grado di strapparci un sorriso e subito dopo terrorizzarci talmente tanto da farci fare le cose più stupide, come salire su un treno gremito di gente e “scendere giù da mammà”.
Parlo al plurale, non perchè io fossi su quel treno in partenza da Milano sabato notte, ma perchè siamo una comunità, volenti o nolenti. Parlo al plurale perchè non dobbiamo dimenticare che i Social Network siamo noi: network significa connessione, comunità. Siamo noi che diamo il potere a certe notizie di farci compiere azioni decisamente poco responsabili: la colpa non è del mezzo che le diffonde, ma di come decidiamo e scegliamo di utilizzarlo, attivamente o meno.
“Stiamo attraversando un momento della Storia, per momenti eccezionali ci vogliono comportamenti eccezionali”, ha annunciato nel pomeriggio Alberto Angela con un video su Facebook.
#iorestoacasaPer momenti eccezionali ci vogliono comportamenti eccezionali. Rimanete a casa e seguite le indicazioni del Ministero della Salute ➡️ http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus#iorestoacasa #failatuaparte #coronavirus
Publiée par Alberto Angela sur Mardi 10 mars 2020
Frank Matano l’altro giorno spiegava come NON prendere un treno, vale la pena vedere anche questo video!
Cosa comunicare sui Social Media?
Sui quotidiani leggiamo proposte per fronteggiare lo scenario economico negativo che stiamo vivendo e aiutare le piccole e medie imprese a non collassare.
Sui Social Network le comunicazioni sul virus si sprecano, ma non vengono diffuse nè queste proposte, nè altre possibili soluzioni. I danni economici sono già ingenti: musei e cinema chiusi, le palestre non lavorano ormai da settimane, i ristoranti stanno chiudendo. È sufficiente una sessione di Social Listening** per avere la percezione che questo tema sia estremamente marginale rispetto a tutto il resto. Mi sento di affermare che la comunicazione social della maggior parte dei quotidiani sia incosciente e continui ad enfatizzare certe notizie in nome del clickbait***.
Come Consulenti di Social Media Marketing ci stiamo facendo delle domande, in primis cosa comunicare.
#milanononsiferma
Video e hashtag diventato virale nel giro di poche ore (condiviso anche dal Sindaco Beppe Sala), oggi ci sembra irresponsabile e affrettato.
Gli hashtag ci aiutano a rimanere uniti, gli hashtag hanno la funzione comunicativa di mettere insieme dei contenuti che hanno alla base lo stesso concetto. Ma dobbiamo scegliere con cura i messaggi che decidiamo di condividere.
La situazione oggi è più chiara, e a distanza di due settimane da #milanononsiferma inneggiamo quasi tutti a #iorestoacasa
Restando a casa si può anche fare qualcosa di utile, come la donazione per l’Ospedale San Raffaele promossa da Chiara Ferragni su Instagram.
Io resto a casa, e ho detto addio alle schiscette
Tra le altre riflessioni, decisamente più leggere, mi sono anche chiesta (e qui parte il mio animo da Fru dei The Jackal) “Ma come diamine è possibile che tutta sta gente in smart-working abbia tempo di fare grandi passeggiate all’aria aperta, yoga, running per le strade deserte, vedere tutta filmografia di Lars Von Trier e leggere per intero “Alla ricerca del tempo perduto” mentre io lavoro e basta???”
E poi, vogliamo parlare della gioia di mangiare da un piatto anzichè da una schiscetta?
Scherzi a parte, non so cosa accadrà tra due settimane, tra un mese oppure sei, nessuno lo sa, ciò che è fondamentale è prestare fede alle misure date dal decreto e vivere ogni giorno, anche sui Social, con responsabilità collettiva e individuale.
Come Social Media Manager ci siamo voluti dare tre semplici regole con i colleghi di Piano Social:
- Aspettare di avere la situazione più chiara possibile prima di comunicare qualsiasi cosa;
- Renderci disponibili e fare il massimo per i clienti, anche solo per ascoltarli e condividere con loro pensieri e riflessioni;
- Quando lavoriamo da casa, toglierci il pigiama!
I 4 consigli di Piano Social per pensare alla ripresa:
Quattro consigli per chi opera nel settore servizi e che al momento non può garantire.
- Bloccare comunicazioni promozionali, probabilmente dimenticate attive e che spingono le persone ad uscire di casa per usufruire del servizio;
- Investire un budget più basso sulle Campagne Ads, in modo tale da rimanere competitivi una volta usciti da questo periodo;
- Non abbandonare la comunicazione, piuttosto puntare sul Content Marketing: è il periodo perfetto per mostrare e raccontare il vostro know-how attraverso escamotage creativi e la comunicazione di elementi che finora avete trascurato (penso per esempio alle palestre che postano le loro lezioni in Live Streaming su Facebook)
- Ogni pagina e profilo Social può avere una forza comunicatrice incredibile: usateli per sensibilizzare e informare i vostri follower su questa situazione così delicata (#iorestoacasa)
* SMM: Social Media Manager
** Social Listening: pratica di monitoraggio di un determinato tema o profilo social, tramite la raccolta dati
*** Clickbait: un contenuto spesso fuorviante il cui unico scopo è fare da “acchiappaclick”