In questo articolo analizzeremo un nuovo fenomeno economico, l’Influencer Marketing, e risponderemo a quattro domande.
Sicuramente lo avete notato, quasi tutte le grandi aziende hanno coinvolto, o coinvolgono, un influencer nel proprio piano di comunicazione. Lo si vede negli spot pubblicitari, ma anche su Instagram, Facebook e YouTube.
Cosa spinge le aziende a coinvolgere un influncer?
La risposta a questa prima domanda sembra ovvia, ma non lo è del tutto. La necessità delle aziende è raggiungere nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile il proprio target di riferimento. Il modo migliore per entrare in contatto con nuovi possibili clienti, è “sfruttare” un influencer.
Questa è la motivazione principale, ma ne esiste una seconda: creare una forte brand awareness. Creare brand awareness è necessario per un’azienda, grande o piccola che sia, e quale modo migliore se non essere identificati come “quelli che hanno George Clooney nella pubblicità“?
Come si sceglie un influencer?
Siamo nel XXI secolo e, non possiamo negarlo, ci sono tantissimi influencer. Anzi, potremmo affermare che le aziende che vogliono investire sull’influencer Marketing abbiano l’imbarazzo della scelta.
A questo punto, però, c’è da fare una distinzione. Ci sono aziende che selezionano influencer famosi, come cantanti, attori, personaggi dello spettacolo o blogger e stipulano con loro collaborazioni sporadiche.
Dall’altra parte, ci sono aziende che preferiscono puntare non sulla fama, bensì sulla specializzazione. Cosa significa? Significa che non selezionano influencer che tutti conoscono, ma persone specializzate in tematiche specifiche. Costoro diventano brand ambassador: specialisti nel settore di riferimento dell’azienda stessa.
Quale delle due scelte risulta migliore? Ogni azienda ha le proprie necessità, eppure studi hanno dimostrato che gli utenti seguono con maggiore fiducia i consigli di quelle personalità social esperte nei temi a loro più cari.
Come si valuta l’Influencer Marketing?
Per valutare l’Influncer Marketing ci si affida alle cosiddette vanity metrics. Delle scale che aiutano a valutare la bontà della scelta di un influencer rispetto ad un altro. Cosa si valuta?
I brand prendono in considerazione 3 fattori.
- Engagement che i contenuti condivisi ed il profilo sono in grado di generare, quindi il numero di follower, condivisioni, commenti ed altre interazioni.
- Contatti, per avere un’idea del numero di persone con cui si può entrare in contatto grazie all’Influencer Marketing. Si valutano quindi il numero di visualizzazioni, impressions e reach.
- Sentiment generato, si riferisce al brand association, agli aggettivi dei tags ed al sentiment dei post.
Perché fare Influencer Marketing?
Tramite l’Influencer Marketing un’azienda può ottenere diversi benefici.
Innanzitutto, l’Influencer Marketing, aumenta la credibilità del proprio marchio, soprattutto quando un brand è appena nato ed ha bisogno di ottenere visibilità. Essere riconosciuti facilmente grazie al volto o alle parole di un personaggio noto dà un boost alla propria azienda, oltre al fatto che aiuta ad ottenere la fiducia del proprio pubblico target.
In secondo luogo, aiuta ad entrare in una nuova nicchia di mercato. Ogni prodotto o servizio ha più di una tipologia di buyer o clienti, la cosa migliore che un’azienda possa fare è raggiungerne tutte le tipologie. Gli influencer hanno un pubblico ben focalizzato, fatto di follower e fan che potranno approdare sul sito o sulla pagina social aziendale, diventando così potenziali buyers.
Quello dell’Influencer Marketing è quindi un ottimo modo per ottenere clienti “in target” e generare lead.