E’ innegabile che la situazione che stiamo vivendo a causa della diffusione del Coronavirus ci stia cambiando. La nostra routine è cambiata, così come il nostro modo di mangiare, di vestirci e di lavorare. Tutti ci troviamo a ricercare piccole soddisfazioni quotidiane nella cucina, la maggior parte di noi si veste con indumenti comodi e lavora in smart working, utilizzando tool come le video conferenze, per trovare la normalità nei meeting con i colleghi.
Allo stesso modo anche gli argomenti di cui parliamo e le parole chiave che cerchiamo sul web sono cambiate, ed è interessante notare quanto il “lockdown” abbia modificato non solo le nostre ricerche, ma anche il nostro modo di parlare.
Ogni cambiamento passa per la “parola”: i nomi in codice, le scritte sui muri, le canzoni sono segnali che accompagnano i grandi accadimenti. Per cosa verrà ricordato il Coronavirus? Per l’uso di internet.
Ed è proprio su internet che si nota il primo grande cambiamento di questo periodo storico.
LE PAROLE PIU’ CERCATE IN AMERICA
Il Merriam Webster, uno dei più noti vocabolari statunitensi, ha compiuto una ricerca su quali siano stati i termini più cercati dagli americani da quando il virus Covid-19 è entrato nel nostro quotidiano.
“Epidemia”, “pandemia”, “Autoisolamento”, “quarantena”, ma anche parole come “panico”, “forza maggiore”, “regime autoritario”. Cosa evidenzia questo fatto? In America, il lockdown è sentito come una limitazione grave della libertà personale.
GOOGLE TRENDS
Anche i dati raccolti da Google Trend mostrano le necessità di oggi. Si passa da ricerche su come preparare il caffè, lo stato di salute di personaggi famosi, a domande più concrete su come avviene il contagio, quanti sono i danni che affronteremo dal punto di vista economico e, specialmente, sull’origine dell’epidemia. Trovare il “colpevole” è una necessità psicologica umana, che viene confermata dalle ricerche degli utenti google.
IN ITALIA, COSA HA CAMBIATO IL CORONAVIRUS?

Noi italiani cerchiamo su Google i sintomi del Coronavirus, informazioni riguardanti la dichiarazione sostitutiva di certificazione e, da quando le mascherine sono introvabili, la parola chiave è “mascherina”.
Non stiamo diventando tutti Zorro –purtroppo-, siamo semplicemente consapevoli della necessità di proteggerci e le nostre ricerche lo dimostrano.